"Il cielo è di tutti:
se devi vivere
vivi libero,
altrimenti muori
come gli alberi, immobile"
Non so se si può definire viaggio prendere un treno da Bologna a Venezia, soprattutto in confronto a quello, vero, proiettato sullo schermo della Biennale.
Di sicuro mi è sembrato di andare più lontano del Lido, di toccare con la mano e col cuore Paesi lontani, storie, persone. Ho ballato sotto le bombe in un campo profughi in Siria, ho visto passare, dietro la patina lucida degli occhi, i ricordi di un naufragio al largo di Lampedusa; ho sentito il cuore saltare qualche battito, su un treno a cavallo tra Danimarca e Svezia, ho cantato sulla riva del mare del nord, in una lingua che non conosco, il dolore che unisce migliaia di storie diversi ma simili, storie dimenticate di sogni affondati nel Mediterraneo.