venerdì 21 ottobre 2016

Nel blu dipinto di blu: una settimana tra le Egadi in barca a vela

Quando sei persone con apparentemente nulla in comune si incontrano sulla terraferma, molto probabilmente resteranno ciò che sono: sei estranei. Quando però l'incontro avviene su un guscio più o meno grande che galleggia tra le isole della Sicilia, questi sei esseri umani, più due incaricati a guidare la barca, diventano qualcos'altro e improvvisamente Bologna, Forlì, la Svizzera, la Calabria e Milano sono più vicine tra loro e si incontrano tra le onde del Mediterraneo. Questa è la magia della barca a vela.



A volte questa alchimia fatta di acqua salata, vento e pranzi improvvisati non riesce perfettamente, ma quando la chimica fa il suo dovere, il risultato è un legame irripetibile.

E' quello che è successo quest'estate tra le Egadi, quando io e il mio ragazzo ci siamo imbarcati grazie al portale Sailsquare per una settimana a zonzo tra le isole con altre quattro persone e lo skipper Romeo, accompagnato da suo figlio. La compagnia era delle più improbabili, a cominciare proprio dal lupo di mare che ci guidava tra le bellezze della costa nord-occidentale della Sicilia: ex commercialista convertito al mondo della vela, Romeo con la sua gentilezza ruvida, tipica dei marinai, ci ha accolto nella sua barca, un Sun Magic 44 di 13 metri tirato a lucido e coccolato dal suo armatore, che ci ha fatto da casa per una settimana. Con noi, due bolognesi in crisi d'astinenza da una veleggiata, c'erano una commercialista cinquantenne di Forlì, un po' acciaccata ma non per questo meno carica, una napoletana emigrata in Svizzera che si stava godendo il sole italico girovagando per tutta la Sicilia, una milanese amante dell'acqua e dell'immersione, dipendente di un'agenzia per modelli, e un suo amico che non aveva mai messo piede su una barca. Apparentemente, una miscela esplosiva. 

Invece, complice il buon cibo e il buon vino siciliano, gli ingranaggi, anche quelli più spigolosi e difficili da smussare, sono andati tutti al loro posto e alla fine della settimana è stato quasi difficile salutarsi.

Brindisi a Favignana

Certo, anche le bellezze delle Egadi, non sono state facili da lasciarsi alle spalle... Nonostante il vento non si sia fatto quasi vedere per tutta la settimana, Marettimo, Favignana e Levanzo si sono mostrate ai nostro occhi in tutto il loro splendore, con acque cristalline, di un azzurro impossibile da riprodurre o da imprimere nei pixel di una fotocamera. Marettimo, in particolare, ci ha tenuto con il fiato sospeso con la sua conformazione da montagna dolomitica a mollo nel Mediterraneo e le sue grotte delle meraviglie.

Stefano è pronto a salpare

Un tuffo nella storia a Levanzo

Prima tappa del nostro viaggio partito da Marsala nonché luogo prescelto per la nostra prima notte in rada, Levanzo ci ha accolto con le sue insenature blu ricche di posidonia. Dopo una notte magica con la luna piena, il giorno è trascorso in fretta, con una gita alla grotta del Genovese, scoperta nel 1949, che conserva al suo interno graffiti e pitture risalenti al Paleolitico. Su questa isola si intuisce bene la conformazione della Sicilia preistorica, con il mare tra le Egadi che era un'immensa pianura, contornata dalle montagne più alte che oggi sono proprio le tre isole e gli scogli circostanti. Per questo le coste sono tutte costellate di grotte naturali e non, rifugio degli uomini che milioni di anni fa cacciavano nelle verdi praterie oggi coperte dal mare. La grotta del genovese e l'insenatura a breve distanza (Cala Tramontana, dove abbiamo lasciato gli occhi e il cuore dopo una breve sosta), prendono il nome da una leggenda che vedeva le navi genovesi fermarsi in zona per attingere a un naturale bacino d'acqua dolce, che sorgeva letteralmente dalle acque con la bassa marea. Dopo un pranzo veloce e una passeggiata tra le case bianchissime del paese, è già ora di tornare a bordo per spostarsi verso la seconda tappa della vacanza, Marettimo.

Cala Tramontan, a Levanzo

Selvaggia e blu: Marettimo

Una delle grotte di Marettimo
Marettimo, la più lontana dalla costa siciliana, è senza dubbio la più bella delle tre isole. Metà di essa fa parte del parco naturale marino delle Egadi e le sue ricchezze e meraviglie naturali sono così protette dall'uomo, ma non per questo meno accessibili. Dopo aver lasciato la barca nel piccolissimo e affollato porticciolo del paese di Marettimo, ci siamo imbarcati su una delle leggere imbarcazioni dei locali per fareil periplo dell'isola, alla scoperta delle grotte e delle acque più cristalline mai viste. Le imbarcazioni dei locali sono l'unico modo per vedere l'isola nella sua interezza, dal momento che nell'area protetta, che include una buona metà dell'isola, non è possibile avvicinarsi alla costa. Solo i locali hanno il permesso di entrare nelle grotte, senza però poter dare ancora.

 Ciò nonostante non sono mancati i bagni in un'acqua azzurra mai vista a ridosso delle grotte dalle forme più strane e suggestive. Cala Bianca, in particolare, che deve il suo nome al fondale marmoreo, ha lasciato tutti senza fiato: l'acqua, a una profondità di circa 15 metri, visto il fondo chiaro, riluceva di un azzurro quasi fosforescente mentre sopra di essa si stagliava l'altissima costa a strapiombo che ricordava molto le Dolomiti: queste montagne e cucuzzoli però, fanno la bella vita, con i piedi a mollo nel mare. Squisito l'aperitivo a base di tonno offerto a bordo dai proprietari della barca, che gestiscono anche una gastronomia in paese. Questo pesce per gli isolani è come il maiale per gli Emiliani: non si butta via niente, tanto che oltre al carpaccio, abbiamo assaggiato anche il salame di tonno, la bottarga e persino lo sperma solidificato. Ovviamente di cosa si trattava lo abbiamo scoperto dopo l'assaggio. E la cosa strana, è che non era neanche male. 

Il porticciolo di Marettimo


Favignana by night

Un posto da vip, anche e soprattutto per i prezzi. Favignana è l'esatto opposto di Marettimo: a parte le acque cristalline e le baie azzurre, il suo cuore pulsante non è verde e selvaggio, ma fatto di case, locali, luci e musica. Quello che era il regno del tonno e della pesca, con la tonnara dismessa dei Florio, convertita in bellissimo museo, è oggi il regno della vita notturna. E dei prezzi mordenti.
Tutto infatti costa di più su quest'isola, dall'ormeggio al cibo. Ma il sovrapprezzo è ripagato da una città che offre di tutto, dai negozi ai locali dove mangiare, bere e ballare. 

Favignana by night

Per chi non ama la folla da Riviera Romagnola, c'è l'ex tonnara dei Florio, che superava persino la Fiat degli albori per numero di dipendenti e grandezza. Un luogo dove è ancora possibile sentire i canti dei pescatori impegnati nella mattanza, dopo aver costruito l'intricata babele di reti che era la tonnara. Nella voce di ziu Peppe, guida ed ex dipendente della struttura, si possono rivivere i momenti di maggiore gloria e splendore dell'industria ittica siciliana, prima che le multinazionali con le loto tonnare  semoventi nell'oceano Atlantico che intercettano il tonno rosso, portassero quasi all'estinzione questa specie, che veniva a riprodursi nelle acque calde del Mediterraneo vicino alla sicilia e che per decenni ha sostenuto l'economia di queste isole e della Sicilia. 



Favignana però è anche e soprattutto mare: dopo essere sfuggiti ai venti e alle correnti fortissime delle grotte del Bue Marino, davanti alle decine di rientranze squadrate simili a preistoriche villette a schiera che frastagliano la costa, ci siamo rifugiati nella più calma Cala Azzurra. Con maschera e pinne ci siamo tuffati nell'azzurro impossibile per arrivare a toccare la sabbia bianchissima della spiaggia, tornando alla nostra base galleggiante schivando la miriade di barche alla ricerca di un gavitello a cui attaccarsi. Favignana e Cala Azzura sono state l'ultima e bellissima immagine che le Egadi ci hanno regalato prima di tornare, letteralmente, con i piedi per terra.

Momenti di contemplazione davanti alle grotte del Bue Marino

L'acqua azzurra di Favignana









sabato 18 luglio 2015

L'Innominato: 10 parole da non dire MAI in barca a vela

Ci sono alcune cose che un novello velista o aspirante tale non deve mai, ripeto MAI, pronunciare a bordo di una barca a vela. E lo dico con cognizione di causa, perché questo post è 100% esperienza vissuta (se non da me, dai miei compagni di veleggiata).
P.S: le vignette di questa pagina sono del bravissimo illustratore e velista Davide Besana. Potete dare un'occhiata ai suoi lavori qui.



1. Corde
  "Che corda devo tirare?". Cinque secondi di silenzio. Occhiataccia gelida. "In barca non ci sono corde". Così è iniziata l'avventura marinara del mio amico F., che ha subito perso 10 punti nominando l'Innominabile. In barca ci sono cime, draglie, drizze, scotte, volanti, nappe. Tutto tranne che corde. Ve ne ricorderete dopo aver passato un pomeriggio ad 'adugliarle' (raccoglierle a spire) tutte come promemoria.

2. Destra
  Lasciatela a terra, non vi serve. In mare si chiama dritta ed è sempre il lato destro della barca, guardando da poppa verso prua (dalla parte dietro a quella anteriore, per chi non conosce il gergo marinaro), a prescindere dalla propria posizione. La sinistra resta invece la sinistra. Poche certezze nella vita, ma buone.

3. Motore
  Si chiama barca a vela per un motivo. Il motore non serve. Il motore è il Male. Tranne che per entrare e uscire dai porti (ma solo perché è obbligatorio e ormai si sono perse le capacità di fare un ormeggio a vela). Se volete sentire puzza di nafta, frastuono e rabbia (dei veri velisti e di tutta la fauna marina) attorno a voi, compratevi un motoscafo. Ma fate un favore al mondo: girate al largo.

4. Peperonata
  O qualsiasi piatto elaborato e/o pesante e/o poco digeribile che mangereste in una trattoria sulla terraferma. La parola d'ordine è "frugale": poco è meglio, anche a tavola. Mi ringrazierete quando non verrete attaccati dal mal di mare. Pochi liquidi, niente latticini, tanto pane e olio che sazia e fa da gastro-protettore (ricetta di Lucia a prova di mare mosso).



5. Bagno
  Chi va in barca a vela, ci va per il piacere di giocare col vento e imparare. Un buon skipper preferisce stare sopra l'acqua piuttosto che in mezzo ai flutti. A meno di non essere nel bel mezzo di una calma o in una giornata particolarmente afosa, lasciate i bagnetti (e la calca di barche in rada) ai velisti della domenica. Su l'ancora, e via.

6. America's Cup
  Dite queste due parole e i visi degli skipper si adombreranno. Questo fenomeno deve avere a che fare con la somiglianza sempre più marcata di questa regata storica alla Formula 1: solo velocità estrema tra pochi ed eletti concorrenti (sempre quelli), tante polemiche e colpi bassi, ben poco della sportività e del codice marinaro che ne ha fatto la storia.



7. Disordine
  Ormai lo si è capito. la barca è un tempio zen. Tutto (dalle cime in pozzetto ai calzini sporchi) deve essere al suo posto perché a) a shakerare le cose ci pensa già a sufficienza il mare; b) ogni cosa deve essere a portata di mano per una risposta pronta agli ordini del comandante; c) è comunque una questione di rispetto verso i compagni di traversata.

8. Testa alta
  Pensavo fosse amore, invece era un boma in piena fronte. In barca bisogna volare bassi, in tutti i sensi. Spilungoni avvisati, mezzi salvati.

9. Abbronzatura
  Se vuoi prendere il sole, vai a Rimini. O in flottiglia tutto incluso. Questo è territorio delle abbronzature da muratore, dai visi con il segno degli occhiali tecnici, delle spalle ustionate e spellate, dei piedi bianchi per le scarpe anti-scivolo. Ma è anche territorio di chi affronta le onde e gli spruzzi gelidi in faccia a dicembre.

10. Chilometri
  Le distanze si misurano in miglia e la velocità in nodi (miglia orarie). Perché le cose non erano già abbastanza complicate.


lunedì 24 novembre 2014

...e una bottiglia di Rhum: storia (e storie) di una partenza

Saint-Malo, la sera prima della partenza: Class 40 in attesa 

  D'accordo, il viaggio non è iniziato nel migliore dei modi. Mesi di preparazione, aereo cancellato e riprenotato, ferie in bilico fino all'ultimo, poi ridotte, da una settimana a 4 giorni. Meglio di niente, meglio di non partire affatto. Meglio che mollare gli ormeggi sotto la pioggia della Bretagna sognando la Guadalupe per poi tornare il giorno dopo con due scafi su tre tranciati di netto, o fermi al primo porto per un guasto. O bloccati a casa, sognando un nuovo appuntamento tra quattro anni.

Imoca 60 lungo i pontili del porto di Saint-Malo

  Partire per vedere altri partire. Tu hai preso un aereo (vabbè, due), loro hanno almeno due settimane di oceano davanti. Tu hai raggiunto gli amici in cerca dei tuoi connazionali, loro non avevano abbastanza tempo o disponibilità per accettare doni e incoraggiamenti. Pazienza. Vorrà dire che si tiferà per altri, più improbabili eroi. Come uno scricciolo di donna su una barca troppo grande per lei, ma non per la sua grinta. Come l'unico svizzero in un mare di francesi, inglesi, e sporadici italiani, con una passione grande solo quanto alla sfortuna, già di ritorno per un guasto dopo appena 3 giorni. L'ormai uomo di 19 anni, beniamino dei bretoni. Il 'ragazzino' sognatore cinquantenne, su una barca a malapena da crociera che è riuscita nell'impresa di portare la disabilità in mezzo al mare. La leggenda irriducibile di Sir Knox-Johnston, 75 anni di vita, esperienza immortale.



  Il campionario è talmente vario e vasto, che chiunque può trovare il proprio beniamino, la propria causa, i propri colori, che non sono quelli nazionali: i colori di una battaglia persa ma degna di essere combattuta, dell'azzardo tecnico ed umano, dell'innovazione, della tradizione, della sfida alle regole. Non importa. Ognuno può guardare con orgoglio la 'sua' vela allontanarsi dal porto-villaggio-tempio di Saint-Malo sotto la pioggia battente e 30 nodi di vento, seguire con impazienza una linea verde nel blu dello schermo e del tracking, affollare le scogliere di Cap Frehél, onda umana che spinge più lontano dell'Atlantico, più forte del vento, più testarda della pioggia, più ruggente del freddo.

Cap Fréhel, l'oceano, le nuvole
  La regione verde e grigia, gemella francese dell'Irlanda, i campi in ordine, le casette di pietre a vista per una settimana si riversa sulla costa, rispolvera le cerate e gli stivali, leva l'ancora dal gozzo per seguire i velisti in partenza alla Route du Rhum fino all'ultimo orizzonte raggiungibile. Un ragazzo imbriglia il vento in un kite surf e affronta l'Atlantico gelato dei primi di novembre. Sorrisi burbberi tra baffi gelati.


Gli ultimi sognatori scrutano l'orizzonte a Cap Fréhel

  In 7 giorni e poco più il gigante Loick Peyron, sbriciolerà ogni record su un catamarano altrettanto da record. Una decina di giorni più tardi, i nostri connazionali conquisteranno il secondo, il decimo e il sesto posto nelle rispettive classi. Noi saremo già tornati alla nostra vita quotidiana, il fegato purificato da tanto burro, i biscotti galette finiti, sognando le brughiere perfette, il grigio e il verde e il blu della Bretagna, l'euforia, il freddo, l'acqua negli occhi e nelle ossa, nelle vene, bandiere nel vento, accento francese. Paesaggi mistici e orizzonti infiniti. Oceano.
Ci si rivede nel 2018. Questa volta però, aggiunge saggiamente l'amico A., al caldo della Guadalupe.


venerdì 3 ottobre 2014

Dall'alto di San Luca: quando la (ri)scoperta è questione di prospettiva


  Arriva il momento in cui pensi che i tuoi luoghi non possano più sorprenderti. La strada di tutti i giorni, la tua città; sai bene di non conoscere ogni suo angolo e ogni sua storia, ma quanto a quel sentimento di meraviglia che nasce solo davanti a un paesaggio nuovo, straniero, altrove... non pensi sia più possibile nel qui di tutti i giorni, ecco. Poi invece accade. Per di più, mentre sei imbragata sul cornicione di una cupola, in cima a un colle e a 40 metri di altezza. Con un paio di angeli a fianco.

Il panorama verso il parco Talòn e Casalecchio di Reno


sabato 6 settembre 2014

Viaggio in bianco: verso Venezia per 'Io sto con la sposa'






"Il cielo è di tutti:
se devi vivere
vivi libero,
altrimenti muori
come gli alberi, immobile"









  Non so se si può definire viaggio prendere un treno da Bologna a Venezia, soprattutto in confronto a quello, vero, proiettato sullo schermo della Biennale.
Di sicuro mi è sembrato di andare più lontano del Lido, di toccare con la mano e col cuore Paesi lontani, storie, persone. Ho ballato sotto le bombe in un campo profughi in Siria, ho visto passare, dietro la patina lucida degli occhi, i ricordi di un naufragio al largo di Lampedusa; ho sentito il cuore saltare qualche battito, su un treno a cavallo tra Danimarca e Svezia, ho cantato sulla riva del mare del nord, in una lingua che non conosco, il dolore che unisce migliaia di storie diversi ma simili, storie dimenticate di sogni affondati nel Mediterraneo.


sabato 16 agosto 2014

Sulle tracce del Fanciullino: approdo tra le nuvole a San Pellegrino in Alpe

  Ufficialmente si andava noi in gita domenicale per gustare funghi fritti di Casone di Profecchia, nota località sciistica. Abbiamo finito per gustare tanto altro e ubriacarci di Storia.





sabato 9 agosto 2014

Travel soundtrack: 5 playlist per andare al mare, in montagna o fuggire dalla città


  Nulla può rendere perfetto (o imperfetto) un viaggio come la sua colonna sonora. Per me è impensabile anche solo mettermi in auto senza autoradio e già soffro quando il lettore mp3 dà forfait per la batteria scarica (ma per fortuna Virgin Radio non cessa mai di consolarmi con le sue chicche). Per tutto il resto ci sono le nostre playlist personali, studiate ad hoc per ogni tipo di viaggio (le trovate con gli stessi titoli su Spotify).


***

Road maps: per sentire l'asfalto che scivola via alle spalle, un'umida sera d'estate.

Negrita - Rotolando verso sud
Negrita - Hemingway
Negrita - Non ci guarderemo indietro mai
Alanis Morissette - Hand in my pocket
Alanis Morissette - Thankyou
Alanis Morissette - You learn
Arctic monkeys - Hold on we're going home
Mumford and sons - Hopeless wanderer
Coldplay - A sky full of stars
Coldplay - Every tear is a waterfall
The 1975 - Sex
Don Henley - Boys of summer
Foo fighters - Wheels
Fun - Some nights
Gianluca Grignani - Destinazione paradiso
Goldfrapp - Road to somewhere
Ligabue - Certe notti
Ligabue - Non è tempo per noi
Litfiba - No frontiere
Metallica - Turn the page
Soha - Mil pasos
U2 - I still have'nt found what I'm looking for
U2 - Where the streets have no name

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Fuga dalla città: fanc*** mondo, io parto.

Acdc - Thunderstruck
Negrita - Cambio
Alanise Morrisette - You oughta know
Queen - One vision
Queen - I want to break free
Journey - Don't stop believin'
Cherri Bomb - Shake the ground
Eurythmics - Would I lie to you
Everclear - When it all goes wrong again
Foo fighters - the pretender
Foo fighters - the best of you
Guns and roses - Paradise city
Ligabue - Buon compleanno Elvis
Ligabue - Vivo, morto o x
Litfiba - Ritmo
Shinedown - I'm alive

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La notte è giovane: con gli amici verso la Riviera. O verso casa, per non addormentarsi al volante.

David guetta - She Wolf
Duck Sauce - Barbra streisand
Jovanotti - La notte dei desideri
Avicii - Hey Brother
Avicii - Wake me up
Avicii feat. Etta James - Levels
Apollo 440 - Stop the Rock
Laurent Wolf - No stress
Faul Wad Ad vs Pnau - Changes

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Momenti di infinito: passeggiando in riva al mare, in barca sull'oceano, su un cammello nel deserto.

Ilaria Graziano - Un soffio di vento
Neil finn - Song of the Lonely Mountain
Explosions in the sky - Your hand in mine
Peter Gabriel - A different drum
Pink floyd - High hopes
Queen - Who wants to live forever
Of monsters and men - Slow and steady
Colplay - Up in flames
Colplay - Atlas
Nightwish - The islander
Alison Krauss & Sting - You will be my ain true love

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American style: per essere country anche durante una gita a Gatteo Mare.

Bryan adams - Summer of 69
Bon jovi - Blaze of glory
Eagles - Take it easy
Bermuda acoustic trio - Can't find my way home
Bryan adams - You can't take me
Crooked still - Ain't no grave
Dire straits - Sultans of swing
Eric Clapton - Nobody knows you (when you're down and out)
Foo fighters - the ballad of the Beaconsfield
Foo fighters - Times like theese (acoustic)
Lynyrd Skynyrd - Sweet home alabama
Mark Knopfler - What it is
Miranda Lambert - Gunpowder and lead
Pistol annies - Hell on heels
Turnpyke Troubadours - 7 & 7
Lady Gaga - You and I
Mumford & sons - Little lion man
Jace Everett - Bad things