lunedì 14 luglio 2014

Cinque poesie e una canzone per la Liguria


  Come spesso accade a noi italiani alla scoperta del nostro paese, quando la Liguria mi si è distesa davanti in tutto il suo splendore il mio cuore si è sbriciolato spargendosi nel vento del golfo. Non c'è da meravigliarsi se i colori e le vedute suggestive di questo angolo di Liguria hanno ispirato poesie, versi e canzoni. Alcuni di questi esprimono al meglio l'atmosfera profumata e pungente come basilico che impregna l'aria, l'odore del mare onnipresente e la bellezza ruvida dei piccoli paesini, aggrappati alla montagna a dispetto della fisica. La città di La Spezia ti risveglia dalla dimensione poetica della costa e ti riporta alla realtà metropolitana, ma basta salire le scalinate che si diramano dal viale principale (o prendere il comodissimo ascensore) per godersela dall'alto e capire ancora una volta che il nome Golfo dei Poeti è il più azzeccato in assoluto. A prescindere che Byron vi sia davvero stato o meno.


1. Portovenere, Eugenio Montale

Là fuoresce il tritone
dai flutti che lambiscono
le soglie d’un cristiano
tempio, ed ogni ora prossima
è antica. Ogni dubbiezza
si conduce per mano
come una fanciulletta amica.
Là non è chi si guardi
o stia di sé in ascolto.
Quivi sei alle origini
e decidere è stolto:
ripartirai più tardi
per assumere un volto.


  Portovenere è un gioiello incastonato nella scogliera, con la piccola chiesa di san Pietro che sembra sempre sul punto di tuffarsi in mare; l'isola Palmaria, selvaggia e verde, fa da specchio alle casette colorate che si arrampicano con fatica sui fianchi della montagna. La chiesa di San Pietro non si vede subito, arrivando per la strada che congiunge La Spezia al famoso comune. In pietra e inerpicata sulla scogliera, si confonde con la lingua di terra e roccia che sembra voler raggiungere la Palmaria, congiungendo la terra e il mare in un abbraccio.


  Sono i colori a colpirmi subito: si accendono tutto d'un colpo. Basta un raggio di sole tra le nuvole che scorrazzano nel cielo ligure e le casette, che sembrano ammonticchiate l'una sull'altra da un bambino, diventano un unico mosaico che brilla riflesso nell'acqua azzurro-verde. Così cammino per il viottolo principale dei paese, ignorando i negozi per turisti e giocando a nascondino con le strisce di mare che appaiono ogni tanto tra i vicoli e le case. Alla fine della stretta stradina, mi aspetta un sorso di azzurro, cielo e mare insieme, su cui si staglia San Pietro. Costruita sui resti di un tempio a Venere, questa chiesetta, grigia come gli scogli su cui è seduta, sembra guardare il mare più che i fedeli in arrivo dal paese. Si dice infatti che fosse il santuario dei marinai e di chi aspettava il loro ritorno. A dimostrazione di ciò, un piccolo balcone aperto si affaccia sul mare aperto, congiungendo il sacro e il profano, l'interno e l'esterno, e l'opera dell'uomo diventa un tutt'uno con la magnificenza della natura.

  Tre archi incorniciano la grotta di Byron e il profilo costiero delle Cinque Terre, mentre sopra l'altare una terrazza panoramica regala una delle viste più belle di tutto il golfo. Ubriaca di vento, mi inerpico ancora di più, verso il castello Doria, che mi regala un inedito scorcio della chiesa dall'alto. Le nuvole si muovono così in fretta che sembra di essere su una nave in partenza, mentre il golfo si allontana.


2. Senza titolo, Anonimo


E la notte in mari profondi
per scordarmi
guardo la luna e nel golfo atterro

  Questa poesia era dipinta su una tavola di legno, persa nelle stradine di Lerici. Mi ci sono imbattuta per caso, di ritorno dalla scalata del castello. Se Portovenere è un gioiello, Lerici è la susta impreziosita della meravigliosa collana di perle che è il Golfo dei Poeti. Patria di comandanti e militari, durante il mio soggiorno festeggiava il ricordo del transatlantico Rex e del suo capitano, Francesco Tarabotto. Questa storica 'coppia' conquistò, nel 1933, il Nastro Azzurro, trofeo destinato alla nave più veloce nella traversata dell'Atlantico da levante a ponente. Al contrario di quanto accade a La Spezia e nelle Cinque Terre, dove il mare rappresenta più una scelta obbligata anche per i popoli che si spostarono dalle montagne per andare a lavorare nell'Arsenale spezzino, qui l'orgoglio marinaro è molto sentito e marcato. Non meno lo è la poesia del luogo, che si apre e stende lungo la costa con più dolcezza delle frazioni dell'altro versante. Qui ho assistito al più bel tramonto della mia vita, con colori impossibili e tonalità di arancio, rosso e viola mai viste.


3. Sera di Liguria, Vincenzo Caldarelli

Lenta e rosata sale su dal mare
la sera di Liguria, perdizione
di cuori amanti e di cose lontane.
Indugiano le coppie nei giardini,
s'accendon le finestre ad una ad una
come tanti teatri.
Sepolto nella bruma il mare odora.
Le chiese sulla riva paion navi
che stanno per salpare.

  Situata poco oltre Lerici e quindi surclassata dalle Cinque Terre, Tellaro non ne deve invidiare la bellezza. Anzi, meno conosciuta delle cinque 'sorelle', si può apprezzare meglio senza le comitive di turisti russi e giapponesi. La ricetta è simile a quella delle Cinque Terre: viottoli che strisciano come serpenti verso l'acqua, un porticciolo che abbraccia le onde, con le barche tirate a riva nella piazzetta, una passeggiata che accarezza il contorno dei costoni a strapiombo sul mare. Pietra, acqua e rampicanti: nel silenzio e nel sole si muovono sporadiche coppie, si tendono la mano sui ripidi gradini, si abbracciano sulle terrazze. Contro il frangere delle onde, persino i gabbiani non osano fiatare. 


4. La casa dei doganieri, Eugenio Montale

[…] la bussola va impazzita all'avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
[…] Oh l'orizzonte in fuga, dove s'accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende... ).
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.

  La Spezia spezza un po' la linea verde del Golfo: l'arsenale imponente e chiuso su se stesso, centro di gravità (ora più nominale che di fatto) dell'intera città, domina il paesaggio cittadino e marittimo, con le grandi navi militari alla fonda e i muri spessi a delimitare l'area. A ingentilire il lungomare, oltre alla passeggiata e il filare di palme e pini marittimi, c'è il nuovo porto di Mirabello, collegato alla costa con un ponte bianco che pare l'albero di una nave. L'ho visto la prima volta dalla stazione, appena arrivata. Stavo cercando il mare e questo gigantesco albero bianco da lontano mi ha guidato fino a lì.

  Le strade del centro salgono dolcemente verso la collina con viali di ciottolato, piazze e mercati, lasciando spazio via via alle nuove costruzioni, alle gallerie e ai palazzoni grigi che poco sembrano avere a che fare con i colori delle Cinque Terre. Una fontana che dovrebbe rappresentare delle vele, ma che di fatto ricorda tutt'altro, segnala la stazione centrale. Dal corso principale partono scalinate simili a quelle di Montmartre, per i più pigri c'è l'ascensore (inclinato) che porta direttamente al Castello di San Giorgio, per regalarsi una delle tante viste mozzafiato della città e dell'intero golfo.


5.  Vi è un piacere nei boschi inesplorati, Lord Byron

Vi è un piacere nei boschi inesplorati
e un'estasi nelle spiagge deserte,
vi è una compagnia che nessuno può turbare
presso il mare profondo,
e una musica nel suo ruggito;
non amo meno l'uomo ma di più la natura
dopo questi colloqui dove fuggo
da quel che sono o prima sono stato
per confondermi con l'universo e lì sentire
ciò che mai posso esprimere
né del tutto celare.

 Le Cinque Terre sono un tripudio di colori e profumi: ho ancora in bocca il sapore della focaccia appena sfornata, spalmata di pesto, che ho mangiato a Monterosso, profumatissimo pifferaio magico per le schiere di turisti affamati sul lungomare. Qui domina il verde dei vigneti che circondano le quattro casette colorate che restano abbarbicate lungo le pendici scoscese del parco naturale. Sono un paesaggio a sé, testimone della caparbietà della gente del posto.


  Vernazza (nella foto) porta ancora le ferite dell'alluvione del 2011 così come il sentiero dell'Amore, off limits sia per i romantici che per gli escursionisti. Ma nella ricostruzione, nei pannelli che ricordano il prima e il dopo, si legge l'incredibile voglia dei residenti di ridare splendore alla terra ferita e ai piccoli borghi, inestimabili per bellezza e valore turistico. Corniglia si differenzia dalle 'sorelle' per la sua posizione: è l'unico borgo che non si affaccia direttamente sul mare, ma domina il paesaggio e le immancabili terrazze di vigneti da un promontorio a circa cento metri.

  Manarola sembra sorta direttamente sugli scogli della piccola gola: è un intricato labirinto di vicoli sempre più stretti, ingombrati di reti e barche in secca. Riomaggiore, il borgo più orientale, è anche il primo e gustoso assaggio di questa stupenda costa per chi arriva con il trenino da La Spezia, o attraverso i ripidi sentieri di montagna che congiungono le Cinque Terre a Portovenere.


D'a me riva, Fabrizio De Andrè

Dalla mia riva
solo il tuo fazzoletto chiaro
dalla mia riva
nella mia vita
il tuo sorriso amaro
nella mia vita
mi perdonerai il magone
ma ti penso contro sole
e so bene stai guardando il mare
un po' più al largo del dolore

  Non sono arrivata a La Spezia e al Golfo dei Poeti per caso. Mi ha portato il vento, il gusto per l'inevitabile e una serie di eventi, scelte e parole che si sono gonfiati come un'onda, impossibile da evitare. E soprattutto, mi ha portato qui la scoperta della vela, sia come sport, sia come stile di vita. In me, che sono nata nel cuore dell'Emilia, in una città non più d'acqua, qualcosa di liquido e antico si è risvegliato nel cuore. Il resto lo hanno fatto la Liguria, le persone che ho incontrato e le cose che ho imparato. E come scrive Montale, "L'attesa è lunga, il mio sogno di te non è finito".




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