lunedì 24 novembre 2014

...e una bottiglia di Rhum: storia (e storie) di una partenza

Saint-Malo, la sera prima della partenza: Class 40 in attesa 

  D'accordo, il viaggio non è iniziato nel migliore dei modi. Mesi di preparazione, aereo cancellato e riprenotato, ferie in bilico fino all'ultimo, poi ridotte, da una settimana a 4 giorni. Meglio di niente, meglio di non partire affatto. Meglio che mollare gli ormeggi sotto la pioggia della Bretagna sognando la Guadalupe per poi tornare il giorno dopo con due scafi su tre tranciati di netto, o fermi al primo porto per un guasto. O bloccati a casa, sognando un nuovo appuntamento tra quattro anni.

Imoca 60 lungo i pontili del porto di Saint-Malo

  Partire per vedere altri partire. Tu hai preso un aereo (vabbè, due), loro hanno almeno due settimane di oceano davanti. Tu hai raggiunto gli amici in cerca dei tuoi connazionali, loro non avevano abbastanza tempo o disponibilità per accettare doni e incoraggiamenti. Pazienza. Vorrà dire che si tiferà per altri, più improbabili eroi. Come uno scricciolo di donna su una barca troppo grande per lei, ma non per la sua grinta. Come l'unico svizzero in un mare di francesi, inglesi, e sporadici italiani, con una passione grande solo quanto alla sfortuna, già di ritorno per un guasto dopo appena 3 giorni. L'ormai uomo di 19 anni, beniamino dei bretoni. Il 'ragazzino' sognatore cinquantenne, su una barca a malapena da crociera che è riuscita nell'impresa di portare la disabilità in mezzo al mare. La leggenda irriducibile di Sir Knox-Johnston, 75 anni di vita, esperienza immortale.



  Il campionario è talmente vario e vasto, che chiunque può trovare il proprio beniamino, la propria causa, i propri colori, che non sono quelli nazionali: i colori di una battaglia persa ma degna di essere combattuta, dell'azzardo tecnico ed umano, dell'innovazione, della tradizione, della sfida alle regole. Non importa. Ognuno può guardare con orgoglio la 'sua' vela allontanarsi dal porto-villaggio-tempio di Saint-Malo sotto la pioggia battente e 30 nodi di vento, seguire con impazienza una linea verde nel blu dello schermo e del tracking, affollare le scogliere di Cap Frehél, onda umana che spinge più lontano dell'Atlantico, più forte del vento, più testarda della pioggia, più ruggente del freddo.

Cap Fréhel, l'oceano, le nuvole
  La regione verde e grigia, gemella francese dell'Irlanda, i campi in ordine, le casette di pietre a vista per una settimana si riversa sulla costa, rispolvera le cerate e gli stivali, leva l'ancora dal gozzo per seguire i velisti in partenza alla Route du Rhum fino all'ultimo orizzonte raggiungibile. Un ragazzo imbriglia il vento in un kite surf e affronta l'Atlantico gelato dei primi di novembre. Sorrisi burbberi tra baffi gelati.


Gli ultimi sognatori scrutano l'orizzonte a Cap Fréhel

  In 7 giorni e poco più il gigante Loick Peyron, sbriciolerà ogni record su un catamarano altrettanto da record. Una decina di giorni più tardi, i nostri connazionali conquisteranno il secondo, il decimo e il sesto posto nelle rispettive classi. Noi saremo già tornati alla nostra vita quotidiana, il fegato purificato da tanto burro, i biscotti galette finiti, sognando le brughiere perfette, il grigio e il verde e il blu della Bretagna, l'euforia, il freddo, l'acqua negli occhi e nelle ossa, nelle vene, bandiere nel vento, accento francese. Paesaggi mistici e orizzonti infiniti. Oceano.
Ci si rivede nel 2018. Questa volta però, aggiunge saggiamente l'amico A., al caldo della Guadalupe.


venerdì 3 ottobre 2014

Dall'alto di San Luca: quando la (ri)scoperta è questione di prospettiva


  Arriva il momento in cui pensi che i tuoi luoghi non possano più sorprenderti. La strada di tutti i giorni, la tua città; sai bene di non conoscere ogni suo angolo e ogni sua storia, ma quanto a quel sentimento di meraviglia che nasce solo davanti a un paesaggio nuovo, straniero, altrove... non pensi sia più possibile nel qui di tutti i giorni, ecco. Poi invece accade. Per di più, mentre sei imbragata sul cornicione di una cupola, in cima a un colle e a 40 metri di altezza. Con un paio di angeli a fianco.

Il panorama verso il parco Talòn e Casalecchio di Reno


sabato 6 settembre 2014

Viaggio in bianco: verso Venezia per 'Io sto con la sposa'






"Il cielo è di tutti:
se devi vivere
vivi libero,
altrimenti muori
come gli alberi, immobile"









  Non so se si può definire viaggio prendere un treno da Bologna a Venezia, soprattutto in confronto a quello, vero, proiettato sullo schermo della Biennale.
Di sicuro mi è sembrato di andare più lontano del Lido, di toccare con la mano e col cuore Paesi lontani, storie, persone. Ho ballato sotto le bombe in un campo profughi in Siria, ho visto passare, dietro la patina lucida degli occhi, i ricordi di un naufragio al largo di Lampedusa; ho sentito il cuore saltare qualche battito, su un treno a cavallo tra Danimarca e Svezia, ho cantato sulla riva del mare del nord, in una lingua che non conosco, il dolore che unisce migliaia di storie diversi ma simili, storie dimenticate di sogni affondati nel Mediterraneo.


sabato 16 agosto 2014

Sulle tracce del Fanciullino: approdo tra le nuvole a San Pellegrino in Alpe

  Ufficialmente si andava noi in gita domenicale per gustare funghi fritti di Casone di Profecchia, nota località sciistica. Abbiamo finito per gustare tanto altro e ubriacarci di Storia.





sabato 9 agosto 2014

Travel soundtrack: 5 playlist per andare al mare, in montagna o fuggire dalla città


  Nulla può rendere perfetto (o imperfetto) un viaggio come la sua colonna sonora. Per me è impensabile anche solo mettermi in auto senza autoradio e già soffro quando il lettore mp3 dà forfait per la batteria scarica (ma per fortuna Virgin Radio non cessa mai di consolarmi con le sue chicche). Per tutto il resto ci sono le nostre playlist personali, studiate ad hoc per ogni tipo di viaggio (le trovate con gli stessi titoli su Spotify).


***

Road maps: per sentire l'asfalto che scivola via alle spalle, un'umida sera d'estate.

Negrita - Rotolando verso sud
Negrita - Hemingway
Negrita - Non ci guarderemo indietro mai
Alanis Morissette - Hand in my pocket
Alanis Morissette - Thankyou
Alanis Morissette - You learn
Arctic monkeys - Hold on we're going home
Mumford and sons - Hopeless wanderer
Coldplay - A sky full of stars
Coldplay - Every tear is a waterfall
The 1975 - Sex
Don Henley - Boys of summer
Foo fighters - Wheels
Fun - Some nights
Gianluca Grignani - Destinazione paradiso
Goldfrapp - Road to somewhere
Ligabue - Certe notti
Ligabue - Non è tempo per noi
Litfiba - No frontiere
Metallica - Turn the page
Soha - Mil pasos
U2 - I still have'nt found what I'm looking for
U2 - Where the streets have no name

***

Fuga dalla città: fanc*** mondo, io parto.

Acdc - Thunderstruck
Negrita - Cambio
Alanise Morrisette - You oughta know
Queen - One vision
Queen - I want to break free
Journey - Don't stop believin'
Cherri Bomb - Shake the ground
Eurythmics - Would I lie to you
Everclear - When it all goes wrong again
Foo fighters - the pretender
Foo fighters - the best of you
Guns and roses - Paradise city
Ligabue - Buon compleanno Elvis
Ligabue - Vivo, morto o x
Litfiba - Ritmo
Shinedown - I'm alive

***

La notte è giovane: con gli amici verso la Riviera. O verso casa, per non addormentarsi al volante.

David guetta - She Wolf
Duck Sauce - Barbra streisand
Jovanotti - La notte dei desideri
Avicii - Hey Brother
Avicii - Wake me up
Avicii feat. Etta James - Levels
Apollo 440 - Stop the Rock
Laurent Wolf - No stress
Faul Wad Ad vs Pnau - Changes

***

Momenti di infinito: passeggiando in riva al mare, in barca sull'oceano, su un cammello nel deserto.

Ilaria Graziano - Un soffio di vento
Neil finn - Song of the Lonely Mountain
Explosions in the sky - Your hand in mine
Peter Gabriel - A different drum
Pink floyd - High hopes
Queen - Who wants to live forever
Of monsters and men - Slow and steady
Colplay - Up in flames
Colplay - Atlas
Nightwish - The islander
Alison Krauss & Sting - You will be my ain true love

***

American style: per essere country anche durante una gita a Gatteo Mare.

Bryan adams - Summer of 69
Bon jovi - Blaze of glory
Eagles - Take it easy
Bermuda acoustic trio - Can't find my way home
Bryan adams - You can't take me
Crooked still - Ain't no grave
Dire straits - Sultans of swing
Eric Clapton - Nobody knows you (when you're down and out)
Foo fighters - the ballad of the Beaconsfield
Foo fighters - Times like theese (acoustic)
Lynyrd Skynyrd - Sweet home alabama
Mark Knopfler - What it is
Miranda Lambert - Gunpowder and lead
Pistol annies - Hell on heels
Turnpyke Troubadours - 7 & 7
Lady Gaga - You and I
Mumford & sons - Little lion man
Jace Everett - Bad things





venerdì 1 agosto 2014

Vela è... 10 declinazioni del mare

Tramonto in rada a Lerici

1. Vela è libertà
  Nessuna strada da seguire, nessun confine, nessun piano, nessun orario. Ogni giorno l'acqua sotto di te è diversa da ieri. Ogni giorno il vento soffia in una direzione diversa. Ogni porto, ogni ansa, ogni isola non è una destinazione, ma solo un'altra tappa del grande viaggio.

Delfini all'entrata del porto di La Spezia

2. Vela è rispetto per la natura
  Il movimento è dato dal vento e dall'acqua. Mai come in mare si ha la sensazione di essere un guscio di noce in balia degli elementi. Eppure vele, vento, correnti e ingegno umano possono lavorare insieme in armonia. Ripartiamo da qui.




3. Vela è superare i propri limiti
   Nella solitudine dell'oceano, nella velocità della traversata, nella capacità di resistere alle intemperie, nel vincere le proprie paure. Nel dimostrare al mondo che si può fare, basta solo volerlo e mettere la prua verso la direzione giusta. Del resto l'orizzonte stesso non ha limiti.

 
4. Vela è niente sprechi
  L'acqua è un bene troppo prezioso per essere sprecato, così come l'energia elettrica e la benzina del motore, da usare il meno possibile. Non lo si scopre davvero fino in fondo finché non si è a bordo. Pannelli solari, energia eolica: vela è anche innovazione tecnologica. Tutto a favore dell'ambiente. E, alla fine, di noi stessi.


A bordo di Assira
5. Vela è sport
  La vela italiana si distingue sempre di più, contendendo e a volte strappando ai cugini francesi importanti riconoscimenti anche nelle regate d'altura e nelle transoceaniche. Uomini e donne che nonostante la poca pubblicità, l'assenza di fondi, sponsor e sostegno, compiono imprese sconosciute al resto del mondo sportivo.


6. Vela è solidarietà
  Se ti manca un pezzo, te lo procuro. Se sei in difficoltà torno indietro per aiutarti. Se ti serve una mano per l'ormeggio o una manovra sono qui. Ogni incontro è un saluto, ogni porto è una piazza dove conoscere persone nuove, ogni storia è un legame per la vita. In mare non esistono confini, neanche tra le persone.


7. Vela è disciplina
  Si lavora insieme, ognuno al suo posto, agli ordini dello skipper. Il gruppo più coeso è quello che nel momento topico si trasforma in un ingranaggio ben oliato, in perfetta sintonia con gli altri, con la barca e soprattutto con gli elementi.


8. Vela è amicizia
  La barca si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo. Così come nei legami che si creano, che spesso si trasformano nelle amicizie di una vita. O in matrimoni...


9. Vela è avventura
  L'acqua, i mari e gli oceani costituiscono più della metà del nostro pianeta. E mentre non c'è più un angolo di terra che non sia stato raggiunto o conquistato, l'80% delle profondità marine è ancora inesplorato. Cosa stai aspettando?




10. Vela è vita
  Non c'è modo migliore di spiegarla che viverla. Buon vento!






sabato 26 luglio 2014

Tipi da spiaggia: 10 vicini d'ombrellone che non vorresti mai avere

  Al cuor non si comanda, ma del resto neanche al bagnino quando assegna gli ombrelloni. E stai pur certo, caro amico, che il karma dell'anno, ancor prima dell'aldilà, ti si riverserà addosso nell'aldiqua proprio durante le ferie. Così le nostre spiagge diventano un girone infernale, con i suoi demoni scelti in base all'intramontabile legge del taglione. Eccone alcuni, accuratamente selezionati dalle schiere demoniache:


1. La lucertola di mare

  Dato che odia l'ombra, non sarà mai sotto l'ombrellone: questa figura ammorba solitamente i vicini di lettino e i frequentatori del bagnasciuga, che oltre alle borse firmate e taroccate dei vucumprà devono schivare anche lei. Trattasi di un essere generalmente femminile (ma da alcuni anni si stanno moltiplicando anche i maschi di questa specie) che passa le sue giornate distesa sul lettino a bordo mare (perché "i raggi solari rimbalzano meglio sull'acqua"), a volte direttamente a mollo o sul pattino del bagnino, completamente immobile come una lucertola al sole. Per vederla in movimento bisogna arrivare in spiaggia piuttosto presto, la mattina: la si troverà intenta a spalmarsi una miscela tossica e fatta in casa di olio solare, burro cacao, catrame, autoabbronzante e altre sostanze segrete che la ricetta della coca-cola a confronto è una bazzecola.


lunedì 14 luglio 2014

Cinque poesie e una canzone per la Liguria


  Come spesso accade a noi italiani alla scoperta del nostro paese, quando la Liguria mi si è distesa davanti in tutto il suo splendore il mio cuore si è sbriciolato spargendosi nel vento del golfo. Non c'è da meravigliarsi se i colori e le vedute suggestive di questo angolo di Liguria hanno ispirato poesie, versi e canzoni. Alcuni di questi esprimono al meglio l'atmosfera profumata e pungente come basilico che impregna l'aria, l'odore del mare onnipresente e la bellezza ruvida dei piccoli paesini, aggrappati alla montagna a dispetto della fisica. La città di La Spezia ti risveglia dalla dimensione poetica della costa e ti riporta alla realtà metropolitana, ma basta salire le scalinate che si diramano dal viale principale (o prendere il comodissimo ascensore) per godersela dall'alto e capire ancora una volta che il nome Golfo dei Poeti è il più azzeccato in assoluto. A prescindere che Byron vi sia davvero stato o meno.


1. Portovenere, Eugenio Montale

Là fuoresce il tritone
dai flutti che lambiscono
le soglie d’un cristiano
tempio, ed ogni ora prossima
è antica. Ogni dubbiezza
si conduce per mano
come una fanciulletta amica.
Là non è chi si guardi
o stia di sé in ascolto.
Quivi sei alle origini
e decidere è stolto:
ripartirai più tardi
per assumere un volto.


  Portovenere è un gioiello incastonato nella scogliera, con la piccola chiesa di san Pietro che sembra sempre sul punto di tuffarsi in mare; l'isola Palmaria, selvaggia e verde, fa da specchio alle casette colorate che si arrampicano con fatica sui fianchi della montagna. La chiesa di San Pietro non si vede subito, arrivando per la strada che congiunge La Spezia al famoso comune. In pietra e inerpicata sulla scogliera, si confonde con la lingua di terra e roccia che sembra voler raggiungere la Palmaria, congiungendo la terra e il mare in un abbraccio.


mercoledì 2 luglio 2014

Il Giappone in 8 parole intraducibili e un piatto 'equivoco'

Per noi italiani il Giappone è all'altra estremità del mondo e non solo geograficamente. La sua cultura, così distante dalla nostra, non può essere spiegata se non con l'opposizione. Così come la vita e la realtà nipponiche sono per noi incomprensibili e intraducibili (Lost in translation insegna), l'unico modo per raccontare questo pianeta sconosciuto è usando la sua lingua e le sue parole.

1. Koi no Yokan 恋いの予感

  Letteralmente significa presagio di un amore. Che non è un colpo di fulmine, ma la sensazione che succederà qualcosa, che la passione ci travolgerà, magari non ora, ma tra poco. E' l'anticipazione che sale mentre guardo scorrere dal finestrino del treno (che mi porterà dall'aeroporto al centro di Tokyo), i sobborghi della prima periferia, le casette basse, le stradine tutte uguali, i grovigli di cavi elettrici così simili alle immagini dei manga che leggevo da piccola, ma più belli, più strani, più reali.
  Ma è anche il senso di smarrimento che mi assale mentre pregusto la conquista di un sogno: davanti alla stazionei di Shinjuku, il posto più caotico e labirintico di Tokyo, giravo su me stessa a 360 gradi per meglio assorbire l'inizio di un'avventura che ho aspettato a lungo e che pensavo sarebbe rimasta nell'iperuranio dei desideri. Spiando i nativi correre da una parte all'altra, mi sembrava di essere in un acquario: a volte ero la spettatrice, a volte il pesce strano (o straniero) osservato con cortese curiosità da migliaia di occhi a mandorla.



2. Yoko meshi 横飯

  Ovvero un pasto consumato in orizzontale. Che starebbe, a sua volta per "il disagio dell'esprimersi in una lingua straniera". Cosa per me quintuplicata, dal momento che del giapponese non so altro che 5 parole (salve, grazie, dove..?, dritto, destra e sinistra, più o meno).  E che i giapponesi non parlano quasi una parola di inglese (e quando lo fanno, sono incomprensibili). Nonostante tutto la comunicazione è stata incredibilmente buona, frutto della improbabile ed esplosiva combinazione del talento tutto italiano del 'farsi capire ovunque' con l'estrema cortesia nipponica. Perché è vero che gli abitanti del Sol Levate diffidano degli stranieri e li tengono a distanza, ma sempre e comunque con squisita gentilezza.


I 5 motivi per andare da sola dall'altra parte del mondo

  Ci sono quei giorni in cui ti svegli e il bisogno di partire è più forte di quello di respirare. Ci sono giorni in cui vorresti fare un colpo di testa, ma l'ultima volta che sei stata da parrucchiere l'esito è stato così traumatico, che piuttosto faresti bunjee jumping dalla Torre Asinelli. Ma visto che non hai voglia di perdere qualche anno di vita per il terrore, tra le alternative resta solo comprare un biglietto aereo per il posto più lontano che conosci. Ad esempio il Giappone.

Il perché è semplice:

1. La mamma sarà comunque in ansia: diamole un valido motivo

2. Per chi, come me, ha le ferie quando il resto del mondo lavora e viceversa, viaggiare in solitaria è prima di tutto una scelta obbligata. Foreveralone ma con stile

3. Dall'altra parte del mondo (nello specifico in Giappone) i cellulari occidentali non prendono. Per la gioia della mamma

4. Viaggiare da sola = profonda stima e ammirazione. Non importa se la destinazione è tra i Paesi più socialmente, economicamente e tecnologicamente avanzati del mondo e i rischi sono nulli. Sei andata in dall'altra parte del mondo. Da sola. Tappeto rosso e standing ovation possono dare dipendenza

5. L'orgoglio di rispondere: "Lascia fare a me. Sono arrivata fino in Giappone da sola, sono più che capace di .... (attività a scelta, anche se non centra nulla)"